L’oro non scalda più i cinesi: India di nuovo sul podio dei consumi

Pubblicato: 27/11/2014 09:16:43

È durato poco il primato della Cina nei consumi di oro. Nel terzo trimestre l'India ha riguadagnato la posizione più alta nel podio, che Pechino le aveva soffiato una prima volta nel 2011 e da cui sembrava averla definitivamente spodestata l'anno scorso. La sua rincorsa, davvero eccezionale, è stata però un caso isolato e la domanda globale di oro, in calo del 2%, si è attestata ad appena 929 tonnellate, il minimo da cinque anni.

Le statistiche del World Gold Council (Wgc) non fanno che confermare la perdita di appetito dei cinesi per il metallo giallo, dopo lo straordinario boom di acquisti dell'anno scorso: nel terzo trimestre la domanda in Cina è crollata del 37% a 182,7 tonnellate, un livello ancora molto alto ma che impallidisce di fronte alle 225,1 tonnellate dell'India, quelle sì davvero una sorpresa. Tutto il resto dell'Asia ha fatto un passo indietro negli acquisti, con punte di ribasso oltre il 40% in Giappone, Thailandia e Indonesia. Inoltre New Delhi non ha mai revocato i dazi e le altre misure che aveva introdotto per limitare l'import e frenare il deficit della bilancia commerciale. Anzi, adesso il governo sta valutando di irrigidirle, in reazione a un'impennata delle importazioni che l'ha preso in contropiede: 143 tonnellate in settembre e altre 150 in ottobre, quando un anno prima erano state di appena 24,5.

Il risveglio della domanda indiana è tutto legato alla gioielleria – con acquisti per ben 182,7 tonnellate (+60%), il secondo miglior trimestre nella storia – ed è in parte legato a fattori stagionali: questo è il periodo dei festival religiosi e dei matrimoni. C'è stata anche l'elezione del nuovo premier Narendra Modi, che ha restituito fiducia ai consumatori. Ma soprattutto c'è stata la discesa delle quotazioni aurifere, che con la svalutazione della rupia è stata ancora più marcata che altrove: il metallo quest'anno è in ribasso del 9% a Mumbai, contro poco più del 3% sui mercati internazionali. «I consumatori indiani sono tipicamente cauti nell'acquistare oro mentre i prezzi ancora si stanno muovendo – osserva il Wgc – ma per qualcuno è stato difficile resistere all'opportunità di acquistare a prezzi così bassi».

La Cina, dove gli acquisti opportunistici in passato sembravano la norma, stavolta non ha invece reagito al crollo dei prezzi: sono calate di oltre un terzo tutte le tipologie di consumo, dalla gioielleria alle monete d'oro. Uno dei motivi, secondo il Wgc, potrebbe essere la stretta sulla corruzione, che sta scoraggiando i regali costosi, come i lingotti o i gioielli, che erano diventati molto in voga.

Per l'intero 2014 il Council si aspetta comunque un pareggio tra Cina e India, con 850-950 tonnellate ciascuna, mentre a livello globale la domanda dovrebbe restare stabile rispetto all'anno scorso a 4.000-4.100 tonnellate: una prospettiva non molto rialzista per l'oro, che è da poco sceso a 1.132 $/oncia, il minimo da 4 anni (ieri il metallo quotava circa 1.160 $).
Unico elemento di possibile tensione, il crollo dell'offerta di rottame a sole 807,2 tonnellate da inizio anno, il minimo dal 2007.